A cura: Moreno Biagioni

Il 5/11 u.s. al Teatro “L’Affratellamento” di Firenze si è svolta l’undicesima edizione di “Canzoni contro la guerra”, l’iniziativa pacifista e antimilitarista – in contrapposizione alla cosiddetta festa delle Forze Armate  e della vittoria (nella guerra ’15-’18) promossa dall’Istituto De Martino e dal Comitato “Fermiamo la guerra” con l’adesione di ANPI – ARCI – CGIL – i Circoli “L’Affratellamento” e “Fra i lavoratori di Porta al Prato” – i Cori “Le Musiquorum”  e “Ribelli in cor”.

All’inizio, si è avuta la testimonianza di Guy Butavia, israeliano impegnato contro l’occupazione dei territori palestinesi (ospite a Firenze di Assopace Palestina) e sono successivamente intervenuti, fra un canto e l’altro, Stefano Arrighetti, dell’Istituto De Martino, Moreno Biagioni, del Comitato “Fermiamo la guerra”, Vania  Bagni dell’ANPI, Laura Scalia della CGIL, Manfredi Lo Sauro dell’ARCI, Giampaolo Pacetti, del Movimento Nonviolento.

Le donne dei Cori hanno letto l’appello di “Donne insieme per la pace”.

Hanno cantato i Cori “Le Musiquorum”, “Or’ Coro” di Vico Pisano, “Ribelli in cor” ed a infine ha suonato e cantato il Gruppo EGIN. 

Musiche e canti con al centro un’avversione profonda all’uso delle armi e della violenza (a partire da “classici” come “Gorizia tu sei maledetta” e la “Ninna nanna” di Trilussa).

Si è trattato di un piacevole momento d’incontro e di intrattenimento ed anche di un piccolo contributo alla causa della pace e della nonviolenza.

Saluti pacifisti.


L’intervento di Moreno Biagioni

I disastri ambientali di questi giorni dimostrano l’insensatezza delle strade imboccate dai governi dei Paesi più potenti e del cammino, sempre più accellerato, che sta portando la Terra alla sua auto-distruzione.

Mentre i conflitti armati insanguinano molte parti del mondo (siamo di fronte ad una nuova guerra mondiale articolata e diffusa) e sono sotto i nostri occhi le tragedie che vivono le popolazioni di Gaza e dell’Ucraina, continua la corsa agli armamenti, in una logica bellica che affida alle armi la soluzione dei problemi.

Affermazioni false e ingannevoli come “se vuoi la pace, prepara la guerra” guidano le politiche dei governanti, mentre ormai tale affermazione avrebbe dovuto essere sostituita da quel motto su cui si basò, proprio qui a Firenze, l’azione di Padre Balducci, e cioè “se vuoi la pace, prepara la pace”, come si denominarono i convegni da lui organizzati (e che portarono anche alla delibera, in Consiglio comunale, che dichiarava Firenze “città operatrice di pace” – una delibera di cui dovremmo ricordarci più spesso, l’Amministrazione comunale di Firenze si dovrebbe ricordare più spesso, rendendola operativa – [ della “città operatrice di pace” se n’è avuto un segno importante con la recente manifestazione, che ha visto salire circa 10.000 persone alla Basilica di San Miniato, con la partecipazione dell’imam della comunità musulmana e di esponenti della comunità ebraica, un segno significativo, con la pace come obiettivo centrale, in controtendenza rispetto a molte altre iniziative “di parte”, o per Israele, o per i palestinesi] -).

Sul detto “occhio per occhio” sono impostate le azioni di Israele, che, per rispondere agli atti terroristici di Hamas, colpisce la popolazione civile di Gaza, uccidendo per rappresaglia uomini, donne e bambini. Al terrorismo dei fondamentalisti di Hamas si risponde con un terrorismo di stato molto più grande, un terrorismo, fondamentalista anch’esso, destinato ad alimentare un clima di odio e di avversione senza fine.

Senza pensare che, andando avanti secondo la logica dell’ “occhio per occhio”, si finisce per diventare ciechi e che ad essere accecato ed annullato è prima di tutto il senso di umanità.

Mi preme sottolineare i collegamenti stretti che vi sono fra la spirale bellica (la guerra fra gli esseri umani), la crisi climatica e ambientale (la guerra alla Natura), le delocalizzazioni, i licenziamenti, la precarietà prevalente a tutti i livelli nel mondo del lavoro (la guerra ai lavoratori ed alle lavoratrici in nome del conseguimento del massimo profitto da parte delle multinazionali e delle grandi imprese finanziarie, con le Borse ed il Mercato quali unici punti di riferimento).

Per questo facciamo nostra la “parola d’ordine” dei lavoratori e delle lavoratrici della GKN, INSORGIAMO, che significa prendere coscienza delle situazioni qui indicate e costruire movimenti 

con l’obiettivo di un deciso e radicale cambiamento di rotta.

Gli allagamenti e le conseguenti rovine portati dalle acque che stiamo vedendo nell’area fiorentina sono la conseguenza anche del continuo consumo di suolo, delle cementificazioni, della realizzazione di grandi opere inutili e dannose, tutte opere fatte, o in programma (vedi l’ampliamento dell’aeroporto di Peretola e il sotto-attraversamento TAV della città), nel segno del conseguimento del massimo profitto per pochi e di danno per molti.

Essere contro la guerra “senza se e senza ma”, come si diceva ai tempi del Social Forum (una straordinaria stagione delle cui indicazioni la politica istituzionale non ha tenuto per niente conto) significa anche essere, e mobilitarsi, per l’adesione dell’Italia al al TPAN (Trattato di Interdizione delle Armi Nucleari), per il rifiuto di inviare armamenti ai Paesi in guerra, per la riconversione delle fabbriche d’armi, per un pieno rispetto dell’articolo 11 della Costituzione, quello che “ripudia la guerra”, per far sì quindi che non vi siano aumenti delle spese militari, come si prospetta (aumenti da destinare invece a spese sociali), e ci si adoperi per il “cessate il fuoco” e per l’avvio di azioni diplomatiche e di trattative laddove sono in corso azioni belliche.

Oggi qui cerchiamo di portare un piccolo contributo alla causa della pace e della nonviolenza con le canzoni, come facciamo dal 2012 insieme all’Istituto De Martino. Solidarizzando nel contempo con i lavoratori e le lavoratrici della GKN, in lotta contro i licenziamenti e per una ripresa dell’attività della loro fabbrica – da considerare un bene comune appartenente al territorio e da riconvertire contro la crisi ecologica – e ricordando l’impegno straordinario che dovremo mettere in campo, nelle forme che saranno ritenute più opportune, per sostenere le persone che hanno subito l’alluvione nella piana fra Firenze, Prato e Pistoia.

Canzoni contro la guerra, quindi, ma anche contro lo sfruttamento e per esprimere solidarietà a chi ha subito danni per il maltempo.

Ma è tempo ora di lasciare nuovamente spazio a chi canta