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Nel ricco e vario materiale che fa parte dell’Archivio del Movimento di Quartiere una sezione particolare è dedicata alla raccolta di manifesti di Isanna Generali,  manifesti che attraversano anni densi di avvenimenti che hanno costruito la storia  del nostro Paese, raccontano le grandi battaglie nazionali per la conquista dei diritti sociali e civili, le lotte per contrastare la strategia della tensione, il movimento studentesco e lo spirito internazionalista di quegli anni: il Vietnam, il  Cile, la  Grecia, la Spagna, il Portogallo…  

Una parte significativa di questa raccolta è  la testimonianza preziosa della nascita e dello sviluppo del movimento di quartiere nel territorio fiorentino;  i manifesti, nella loro varietà, documentano, raccontano,  ciò che accadeva e faceva partedella città,

sono le voci dei comitati di quartiere,  dei vari movimenti spontanei sul territorio, dei Circoli e Case del Popolo, ma anche la voce dei  grandi partiti  di massa di allora (primo fra tutti il  PCI), dei sindacati, dei primi Consigli di Quartiere e  la ricerca (e questa,  forse, può essere la particolare e preziosa  caratteristica del territorio fiorentino)  di intese, alleanze, fronti comuni tra movimenti, comitati, partiti,  istituzioni.

Gli anni dei manifesti vanno dalla fine degli anni ‘60 fino ai primi anni ‘80 e testimoniano un “lontano passato” ma, per noi, non si tratta di un tempo passato, al contrario, parole, scelte, iniziative, sono le radici della nostra stessa identità non solo politica e sociale, ma in sintesi il nostro stesso “essere umani”.

Tutto ciò vale per l’Archivio  che ha come obbiettivo  testimoniare ciò che è stato, ciò che è accaduto, comunicare esperienze e storia ma per dare continuità a questa storia,  parlare  quindi del presente.

Nei manifesti della nostra raccolta  le immagini, i testi, gli slogan sono incentrati sulle problematiche del  “vivere” sociale , comunitario , contro ogni forma di fascismo , razzismo , ingiustizie, disuguaglianze, con riferimenti territoriali legati alla città di Firenze , ma in modo particolare ai suoi quartieri , con tutte le innumerevoli  iniziative che incentivavano “partecipazione” con l’obbiettivo di costruire coscienze, denunciare menzogne, ingiustizie della politica, sia locale che nazionale, con tutte le innumerevoli contraddizioni e mancanze che, allora come oggi, pesano sul vivere delle persone.

La parola “partecipazione” è alla base sia del messaggio sia dei testi che delle iniziative, così come “democrazia”.

Proprio riferendoci alle parole, è interessante fare una sintesi di quelle che si leggono e si ripetono tra un manifesto e l’altro:

e molto altro.
Parole che appartengono anche queste, o dovrebbero appartenere, alla nostra contemporaneità.

Attraverso lo scorrere delle immagini, è interessante prestare attenzioneal progressivo trasformarsi del manifesto:  all’inizio si  privilegia parole, testi, temi e personaggi e su questo si concentra  il messaggio.

Il manifesto, negli anni ‘60/’70, è  lo strumento per  la mobilitazione, invitare alla partecipazione, richiamare cittadini,  militanti,  studenti, donne, lavoratori, genitori all’esserci in prima persona,  essere soggetti dei cambiamento. soggetti politici.

Nel progredire degli anni si assiste ad uno sviluppo della Grafica e dei suoi autori, si dà  spazio a colori, immagini e una maggiore libertà compositiva che porterà negli anni ad una radicale trasformazione del manifesto come prodotto.